Tribunale Amministrativo Regionale


per il Friuli Venezia Giulia

 

 

Trieste, 23 febbraio 2012

 

 

INAUGURAZIONE ANNO GIUDIZIARIO

 

2012

 

 

Relazione sull’attività del

 

Tribunale Amministrativo Regionale

 

 

 

 

Il Presidente - Saverio Corasaniti

 

 

SOMMARIO

Parte 1^ Saluti e ringraziamenti

Parte 2^ Persistenza dell’allarmante criticità relativa soprattutto al personale della magistratura

Parte 3^ Organizzazione del Tribunale, i dati e le materie del contenzioso, l’arretrato ed il ritardo nella definizione dei giudizi

Parte 4^ Conclusioni

Tabelle


 


 


 

 

Parte 1^

 

 

SALUTI E RINGRAZIAMENTI

 

 

Autorità, signore e signori, rappresentante del Consiglio della Giustizia Amministrativa, rappresentanti delle altre magistrature, delle università, dei militari e delle forze di polizia, avvocati dello Stato, degli enti e del libero Foro, rivolgo a tutti voi, anche a nome dei colleghi Oria Settesoldi e Rita De Piero, del segretario generale dott. Di Martino e del personale tutto, un sincero ringraziamento per la partecipazione a questo evento.

Un pensiero affettuoso e riconoscente verso i Presidenti che mi hanno preceduto, in particolare, fra i più recenti, al collega Vincenzo Borea, amico carissimo da poco in pensione.

Un ringraziamento anche a tutti gli altri magistrati e funzionari che in passato hanno contribuito a dare lustro al Tribunale.

Questa odierna, più che una cerimonia, vuole essere un momento di aggregazione, di riflessione e scambio di idee fra operatori del diritto e soprattutto l’occasione per un sommario consuntivo e rendiconto per l’attività svolta: noi sottoponiamo di buon grado, al controllo ed alle valutazioni di tutti, i risultati del nostro lavoro, pronti anche ad accettare costruttive critiche e suggerimenti volti a migliorare il servizio che rendiamo.

Nonostante tutto ritengo, scusate la supponenza, che questa giurisdizione sia, nel nostro piccolo, un esempio di servizio pubblico che funziona e funziona al meglio delle nostre limitate, come vedremo, capacità.

L’esigenza di questo incontro non deriva, però, dal desiderio di autocelebrarci ma dalla consapevolezza che il nostro buon funzionamento è il risultato di un lavoro di insieme, contraddistinto da uno sforzo comune, anche del Foro, al quale va il nostro plauso e gratitudine.

Vi devo, tuttavia, confessare che mi sono a lungo interrogato sull’opportunità di svolgere questa manifestazione, in questi tempi di estrema austerità e rigore.

Alla fine ho ritenuto che fosse comunque il caso di farla, non solo perché - in virtù della cortesia istituzionale del signor prefetto Alessandro Giacchetti, che ringrazio sentitamente - riusciamo a contenere i costi, ma anche perché siamo giunti alla convinzione della sua necessità oltre che per quanto detto, anche per segnalare, ancora una volta, quelle carenze, omissioni e ritardi nell’adozione delle misure organizzative necessarie per dare maggiore serenità di lavoro e positività ad una funzione essenziale, in uno Stato di diritto.

A tale proposito è doveroso un pubblico ringraziamento al Presidente della Regione, dott. Renzo Tondo che, coadiuvato fattivamente dal segretario generale dott. Daniele Bertuzzi, si è personalmente attivato, in un clima di leale cooperazione tra le istituzioni, per la risoluzione delle nostre problematiche organizzative, presupposto indispensabile per continuare a svolgere egregiamente la nostra attività giurisdizionale. Oltre ad aver autorizzato il comando, presso la segreteria del TAR, della validissima funzionaria signora Rossana Marfan, ha recentemente fatto pervenire una formale lettera al Presidente dell’organo di autogoverno della Giustizia Amministrativa al fine di supportare le nostre richieste di personale di magistratura.

L’alto livello di professionalità degli avvocati, che si desume anzitutto dalla scarsa percentuale di sentenze di inammissibilità per motivi procedurali, ci ha permesso di chiudere un sensibile numero di controversie addirittura in sede cautelare con sentenze brevi; il che vuol dire che i legali hanno fatto arrivare in tale sede le cause completamente istruite.

La presenza della neo costituita associazione degli avvocati amministrativisti, rappresentata dal suo dinamico e determinato presidente avvocato Gianna Di Danieli conferma, inoltre, il dialogo costante tra noi ed i legali e rafforza il reciproco interesse per la comune attività. Il coinvolgimento è stato dimostrato anche con l’invio di una propria nota – appello al consiglio di presidenza della Giustizia Amministrativa per sensibilizzarlo “in merito alla grave situazione” nella quale versa il nostro Tribunale per la carenza di personale di magistratura.

Il recente e ben riuscito convegno sul tema della discrezionalità amministrativa è, poi, l’esempio più tangibile dell’importanza ed utilità di tale aggregazione professionale. Il suo metodo di confronto delle idee su rilevanti problematiche e quindi i suoi apporti e stimoli, contribuiscono al miglioramento del “servizio giustizia” in uno dei passaggi più delicati della storia recente dell’avvocatura e della magistratura italiana.

La Stampa locale ci segue con discrezione; riconosciamo questa sensibilità e siamo disponibili a fornire dati e chiarimenti sulle nostre cose libere da riservatezze, consapevoli che i principi della pubblicità e della trasparenza costituiscono, oggi, il valore essenziale di riferimento di ogni attività pubblica: la collettività ha pieno diritto di conoscere come vengono spese le somme loro richieste con il prelievo fiscale.

Un ringraziamento affettuoso ai due colleghi come sempre colonne portanti dell’attività giurisdizionale di questo Tribunale.

Non posso non evidenziare il loro continuo lodevole impegno nello studio dei molteplici delicati ricorsi e la rapidità della stesura e deposito delle decisioni.

Grazie a loro e all’intensa collaborazione fornita dal personale amministrativo è stato possibile evitare quegli scadimenti di produttività ritenuti probabili a seguito del pensionamento anticipato del collega Vincenzo Farina nel novembre 2010, fino ad oggi non sostituito, collega che saluto affettuosamente.

Colgo l’occasione, a proposito, per formulare e ribadire, anche a nome dei colleghi, il mio sincero ringraziamento al segretario generale dottor Antonino Di Martino ed agli altri componenti della struttura amministrativa, ai quali siamo legati da sentimenti di stima e di rispetto sostanziale.

Tutti i funzionari, con professionalità e spirito di servizio, pur in presenza di consistenti limiti oggettivi, condividono il nostro quotidiano impegno civile al servizio del Popolo Italiano nel cui nome esercitiamo quella funzione giurisdizionale che ci sta più a cuore.

Per tale motivo e per la disponibilità da sempre dimostrata nei confronti dei legali e del pubblico desidero indicarli con nome e cognome: Grazia Trinco, Cristina Gilardi, Simonetta Barucca, Marco Castenetto, Anna Maria Bergamo, Roberto Cavalich, Silvano De Michielis, Giorgio Torroni, nonché Rossana Marfan e Lorella Coceani, in posizione di comando.

 

 

Parte 2^

 

 

PERSISTENZA DELL’ALLARMANTE CRITICITÀ RELATIVA SOPRATTUTTO AL PERSONALE DELLA MAGISTRATURA

 

 

Ho rimarcato l’anno scorso la drammatica situazione dell’insufficienza di magistrati, situazione che non poteva e non può passare sotto silenzio: il tempo dei bei discorsi è finito.

Dal novembre 2010 l’ufficio, considerata la scarsa adesione ai ripetuti interpelli di invio in missione, opera con soli tre magistrati, compreso il presidente.

Tale situazione critica perdura, quindi, da troppo tempo con grave pregiudizio.

Siffatta evenienza è stata più volte portata a conoscenza del Consiglio di Presidenza della Giustizia Amministrativa anche da parte degli ordini degli avvocati di questa Regione.

Il sottoscritto ha, anche, richiesto formalmente l’assegnazione straordinaria di almeno un magistrato, motivata soprattutto dal continuo rischio di impossibilità di formare il collegio giudicante, evento che recentemente si è verificato.

Ma la precarietà della situazione non è cambiata e la speranza è che, nel tempo, migliori non solo la nostra immagine ma anche la realtà del “sistema giustizia”, nell’interesse esclusivo dei cittadini di questa Regione e dei loro diritti sanciti dalla Costituzione.

Nell’anno trascorso si è riusciti ad evitare scadimenti di produttività con sforzi notevoli dei magistrati e del personale amministrativo nell’adempimento del loro dovere e facendo uso, tutte le volte in cui è stato possibile, delle sentenze semplificate.

Ciò ha consentito di mantenere la tradizionale tendenza di questo Tribunale a definire più ricorsi di quanti vengono proposti e a diminuire l’arretrato anche tramite gli strumenti decisori monocratici per i casi di rinuncia al ricorso, sopravvenuta carenza di interesse, cessata materia del contendere e, soprattutto, di perenzione.

Il merito è tutto, ne do atto con piacere, dei colleghi e del suddetto personale e si tratta di merito particolarmente significativo se si considera la loro ridotta consistenza.

Ma di fronte alla descritta situazione, venutasi a creare a seguito dell’anticipato pensionamento di molti magistrati, per effetto delle note manovre economiche, non c’è moltiplicazione di sforzi che sovvenga.

I magistrati, dando prova di responsabilità, di elevato spirito di servizio e di grande senso dello Stato, hanno continuato a dimostrare la più ampia disponibilità a superare i limiti massimi di carico di lavoro previsti e all’utilizzo degli strumenti processuali acceleratori della definizione delle controversie; cosa che ha consentito di rendere meno eccessivi i tempi della giustizia amministrativa rispetto a quelli delle altre giurisdizioni.

Ma in tutta sincerità, di più non è umanamente possibile fare con le risorse attuali: considerata l’elevata difficoltà media delle questioni sottoposte al giudice amministrativo, il singolo magistrato non può studiare oltre un certo numero di cause e redigere i conseguenti provvedimenti giurisdizionali adeguatamente motivati.

Non è questione di mero pessimismo o di esercizio di catastrofismo, ma di responsabile realismo.

In presenza del descritto quadro globale non possiamo prescindere, come già evidenziato l’anno scorso, dall’interrogarci sull’attuale criticità e sul futuro della giustizia amministrativa; non possiamo consentirci il lusso di discorsi rasserenanti o di nascondere ai cittadini le negative conseguenze di siffatta situazione.

Se si vuole evitare un “vulnus” più pesante a tale settore e rimettere sui giusti binari una macchina che fino a tutto il 2010 ha funzionato, anche a livelli di eccellenza per qualche tribunale come il nostro, sono urgentissimi alcuni interventi, primi fra tutti la possibilità di immediata indizione di concorsi pubblici per l’assunzione di magistrati.

La necessità di nuove forze oggi s’impone, anche, in relazione ad alcuni recenti interventi legislativi che hanno inciso profondamente sull’assetto della Giustizia Amministrativa provocando più lavoro ai Tribunali.

Di essi, il più rilevante è sicuramente il decreto legislativo n. 104 del 2010 di approvazione del codice del processo amministrativo, col suo nutrito pacchetto di novità formali e sostanziali.

Ma nonostante l’importanza di quest’ultima innovazione, non c’è riforma del processo che riproduca gli effetti sperati di riduzione dei tempi, senza una macchina organizzativa pronta a sopportarne gli effetti; la questione giustizia non è fatta solo di riforme processuali o sostanziali, ma anche di risorse, di strutture e numeri: sono questi i punti di debolezza anche della Giustizia Amministrativa.

L’ampliamento delle situazioni soggettive tutelate, la positivizzazione dell’istituto della responsabilità per danno da ritardo nell’esercizio delle funzioni e conseguente risarcibilità, le accelerazioni processuali, la dilatazione dei riti speciali, il rafforzamento dei poteri istruttori e dei mezzi di prova e quindi l’accresciuta complessità dei ricorsi sempre più incentrati sulla definizione di un rapporto con tutti i suoi sviluppi, fanno sempre più comprendere quale maggiore attenzione ed impegno viene richiesto ai pochi magistrati rimasti in servizio.

Senza poi dire che rispetto ad una funzione amministrativa che diventa sempre più complessa, il sindacato giurisdizionale del giudice amministrativo non può essere esteriore, formale, ma deve essere sostanziale.

A chiusura di questo paragrafo connotato da segni vari che destano preoccupazione, consentitemi una notazione positiva relativamente alla buona funzionalità del sistema informativo (c. d. NSIGA), che costituisce un colpo d’ala, una svolta verso la trasparenza, la pubblicità e la fruibilità del “servizio giustizia”.

L’utilizzo di tale sistema si è dimostrato uno strumento decisivo per la gestione del processo; importanti progressi sono stati, infatti, realizzati.

Oggi, alla pubblicazione delle sentenze e delle ordinanze segue immediatamente il loro inserimento nella rete informatica, sito web della giustizia amministrativa, dal quale gli avvocati e i diretti interessati possono scaricare il testo, così come il calendario delle udienze e delle camere di consiglio sono disponibili ed accessibili tramite la rete internet.

 

 

Parte 3^

 

 

ORGANIZZAZIONE DEL TRIBUNALE, I DATI E LE MATERIE DEL CONTENZIOSO, L’ARRETRATO ED IL RITARDO NELLA DEFINIZIONE DEI GIUDIZI

 

 

Chi vi parla ha assunto la presidenza di questo Tribunale nel febbraio 2009 ed ha operato nel trascorso triennio, ma soprattutto nel primo e secondo anno stante la presenza di un magistrato in più, secondo una precisa direttrice: quella di incrementare il numero degli affari decisi, con notevole riduzione dell’arretrato.

Prima di illustrare una serie di dati e di numeri che possono finire con l’annoiare chi ascolta, e quindi di dare analiticamente conto del complessivo lavoro svolto nel 2011, del contenzioso esistente e dell’arretrato, intendo accennare alla situazione organizzativa del tribunale medesimo.

 

  1.  

    SULL’ORGANIZZAZIONE

     

L’apparato amministrativo ha finalmente dal settembre 2011 un segretario generale in pianta stabile: il dottor Antonino Di Martino coordina il notevole lavoro dei funzionari in servizio, due dei quali in posizione di comando annuale.

Il personale amministrativo si compone, attualmente, di n. 11 operatori di vario profilo professionale, di cui n. 2 in assegnazione temporanea. Gli ostacoli alla completa e duratura copertura dell’organico sono tutti intuibili: la cronica e perdurante penuria di mezzi finanziari, il pensionamento, anche anticipato, di personale non sostituito.

Sulla situazione del personale di magistratura si è già riferito anche in occasione dell’analoga cerimonia dell’anno scorso; non è, quindi, il caso di intrattenersi oltre anche perché il nostro compito è quello di rimboccarci le maniche e utilizzare nel modo migliore le limitate risorse, in un clima di collaborazione con il Foro e con le pubbliche amministrazioni, senza rassegnarsi dinanzi alle innegabili difficoltà.

 

  1.  

    I DATI SUL CONTENZIOSO

     

Le statistiche dell’ufficio evidenziano che la Regione Friuli Venezia Giulia continua a collocarsi, fortunatamente, fra quelle che possono vantare uno dei più bassi tassi di litigiosità rispetto alle altre Regioni.

Esso si aggira, anche per quest’anno, intorno allo 0,05, ben al di sotto del tasso medio dell’Italia centrale (0,13) e dell’Italia meridionale (0,12).

Ciò deriva, come già rilevato, dalla buona gestione e dalla maggiore efficacia delle amministrazioni locali, che costituiscono un deflatore determinante del contenzioso.

In linea generale non si è registrata una significativa variazione nel numero dei ricorsi proposti, rispetto agli ultimi tre anni. Essi nel 2011 ammontano a 577 rispetto ai 698 del 2010 e ai 642 del 2009.

Nel novero dei ricorsi del 2011 non è compresa, infatti, la consistente quota di ricorsi per motivi aggiunti (106) - strumento processuale che, a decorrere dalla data di entrata in vigore del D. Lgs. n. 104/2010 (16/9/2010), consente di impugnare atti nuovi e diversi da quelli che hanno originato il ricorso principale - né quella inerente ai ricorsi incidentali (22). Le due quote determinano, per l’appunto, un appesantimento dei fascicoli di causa non indifferente per gli uffici e per i magistrati. Nel sistema precedente, quando sulla stessa materia l’amministrazione emanava più atti (es. dichiarazione di pubblica utilità e, poi, decreto di esproprio e/o occupazione di urgenza), ogni impugnativa, sostanzialmente connessa, costituiva un numero nuovo di contenzioso.

In quasi tutti i ricorsi, poi, la domanda di annullamento si associa con quella di risarcimento del conseguente danno realizzandosi, così, il raddoppio di domanda e un notevole aumento di complessità della causa, il tutto statisticamente compresso nell’unico ricorso. Tale sovraccarico non è tenuto nella dovuta considerazione ai fini del computo dei carichi di lavoro.

Tutti i ricorsi sono stati tempestivamente fissati in presenza di domanda incidentale di sospensiva accolta, mentre per gli altri è stato seguito il criterio di una loro equilibrata graduazione con gli altri ricorsi pendenti ai fini dell’eventuale priorità da riconoscere nella fissazione della discussione, tenendo soprattutto conto delle motivate istanze di prelievo.

Una particolare attenzione è stata dedicata all’individuazione del fardello del contenzioso più vecchio, con una conseguente sistematica fissazione, in ogni udienza, del maggior numero possibile di “ricorsi a rischio per violazione del canone di ragionevole durata del processo”.

Quanto a produttività, in base ai dati rilevati e rispetto agli anni precedenti, nonostante il magistrato in meno, essa si è attestata ad un livello degno di considerazione e soddisfazione, raggiunto con notevole sforzo e senso del dovere.

Il Tribunale ha emesso nel 2011, complessivamente, ben 1105 decisioni collegiali e monocratiche, contro i 1076 del 2010.

Le sentenze, cioè i provvedimenti che esprimono effettive decisioni delle controversie dopo una disamina collegiale, sono state 477. Quanto agli esiti, i ricorsi accolti sono 168 e quelli respinti sono 227: ciò significa che la Pubblica Amministrazione in Friuli Venezia Giulia opera più legittimamente che in altre Regioni.

Le ordinanze interinali sono state 177 rispetto alle precedenti 205 (2010), cui vanno sommate le sentenze c. d. brevi, in numero di 147 - emesse nella stessa fase processuale - e 39 i decreti presidenziali di misure cautelari provvisorie.

Le sentenze appellate ammontano a 100, 32 sono quelle respinte, solo 2 quelle riformate e 66 sono quelle da definire; ne consegue che la maggior parte delle sentenze di primo grado sono definitive.

Sono stati emanati, in applicazione delle norme vigenti, n. 415 decreti presidenziali di perenzione e cioè di estinzione dei giudizi pendenti per mancata presentazione dell’istanza di fissazione udienza entro i termini previsti: nel processo amministrativo vige la necessità dell’impulso di parte.

Gli ottimi risultati conseguiti nell’anno 2011, come negli anni precedenti, sono dovuti, anche, all’utilizzazione degli strumenti informativi e legislativi più recenti, che hanno permesso l’accelerazione dei giudizi.

Si è spesso ricorso, in sede cautelare, all’articolo 60 del D. Lgs. n. 104/2010 con la definizione nel merito, con sentenza semplificata, di tutte le controversie che sono apparse palesemente fondate o infondate ovvero irricevibili, inammissibili o improcedibili.

Questo metodo ci ha consentito di definire con immediatezza un numero sensibile di ricorsi introitati nel 2011 che, altrimenti, dopo la pronuncia cautelare, sarebbero finiti negli archivi in attesa di una fissazione dell’udienza. Con lo strumento della sentenza semplificata, quindi, si è evitato l’inconveniente di emettere solo ordinanze cautelari che, pur assicurando rapidità di tutela, introducono nell’attività amministrativa e nei rapporti giuridici un fattore di incertezza a causa della loro provvisorietà. Si è evitato, inoltre, la fissazione della pubblica udienza che implica ulteriori attività di segreteria e duplicazione di adempimenti, nonché un secondo esame da parte del collegio.

Continueremo, quindi, ad utilizzare, ove possibile, lo strumento della sentenza c.d. abbreviata, apprezzata anche dagli avvocati, pur dovendo precisare che “sentenza breve non significa sentenza sbrigativa”.

Tutte le predette sentenze non sono da confondere con i decreti monocratici che concludono anch’essi il giudizio ma per una causa diversa dalla decisione di merito. Si tratta dei decreti che dichiarano la perenzione, la cessazione della materia del contendere, la rinuncia al ricorso o l’improcedibilità per sopravvenuto difetto di interesse.

Anche tale ulteriore strumento assicura la rapidità della decisione consentendo di alleggerire il collegio del peso delle numerose controversie.

Se si considera che tali decreti nel 2011 sono stati 435, pari al 39,4% dei giudizi complessivamente definiti, si può affermare che l’azione giurisdizionale è stata efficace e che, sul piano operativo, il risparmio di energie è risultato notevole.

Questo continuo e razionale “modus operandi” ha consentito, ancora una volta, di ridurre sensibilmente la percentuale di ricorsi pendenti a forte rischio e cioè suscettibili di procedimenti di equa riparazione per violazione del termine ragionevole del processo di cui alla legge n. 89/2001.

Il volume complessivo dell’attività svolta ed i risultati raggiunti, nella rilevata precarietà, sono indiscutibile indice dell’impegno supplementare del personale di magistratura e di segreteria.

 

  1.  

    I SETTORI E LE MATERIE PIÙ IMPORTANTI DEL CONTENZIOSO

     

L’ambito già’ molto vario della giurisdizione amministrativa si è fortemente ampliato negli ultimi lustri soprattutto per quanto attiene la giurisdizione esclusiva, nella quale il giudizio in non poche materie può vertere anche solo su diritti soggettivi, ivi compreso il diritto al risarcimento del danno ingiusto, senza che ciò possa determinare una “deminutio” del livello di tutela che alle stesse posizioni soggettive sarebbe stata assicurata innanzi al giudice naturale.

Passando ora ad un’analisi più concreta delle materie oggetto di controversia, in questo Tribunale va rilevato che al primo posto nel contenzioso si colloca la materia degli appalti pubblici di lavori, servizi e forniture con 126 ricorsi (96 nel 2010, 72 nel 2009). La definizione di tale contenzioso avviene, di regola, in un breve arco temporale stante l’utilizzo dei meccanismi acceleratori previsti dal legislatore in siffatto settore. Come già rilevato è questa una materia di estrema delicatezza sia dal punto di vista giuridico che degli interessi pubblici e privati coinvolti. Per essi è, comunque, essenziale la rapida definizione. Occorre, però, considerare che la preferenza accordata, per legge, a queste come ad altre cause a seguito della dilatazione dei riti speciali comporti, come detto, un ulteriore rallentamento di altri giudizi ordinari.

Al secondo posto con 95 ricorsi (186 nel 2010, 93 nel 2009), si colloca la materia dell’ingresso di soggiorno in Italia di cittadini extracomunitari riguardanti principalmente i dinieghi di rilascio o di rinnovo del permesso di soggiorno e i dinieghi di regolarizzazione del cittadino straniero. Si tratta di contenzioso delicato sia per le difficoltà di applicare una normativa soggetta a continui cambiamenti, sia per la problematicità a giudicare questioni in cui l’aspetto giuridico si fonde spesso con quello umano.

Il terzo posto con 91 ricorsi occupa la materia dell’edilizia e dell’urbanistica (90 ricorsi nel 2010, 87 nel 2009). I filoni di tale contenzioso sono riconducibili a due ambiti: a) ricorsi avverso provvedimenti sanzionatori, per lo più ingiunzione di demolizione e ricorsi avverso provvedimenti di concessione edilizia ; b) ricorsi concernenti gli strumenti urbanistici e/o loro varianti.

Si aggiungono, poi, le materie di accesso ai documenti, di silenzio dell’amministrazione, dei contributi pubblici, di difesa dell’ambiente, di pubblica sicurezza e così via.

 

  1.  

    L’ARRETRATO E I FATTORI DEL RITARDO NELLA DEFINIZIONE DEI GIUDIZI

     

Qualche notazione, infine, (e passo, così, all’ultima parte della relazione) sull’arretrato. Esso è diminuito, dall’inizio alla fine dell’anno 2011, di 326 ricorsi. Infatti, erano pendenti 2.341 ricorsi il 31 dicembre 2009, 2.131 il 31 dicembre 2010, 1.805 il 31 dicembre 2011.

La percentuale di variazione dei ricorsi pendenti 2011, rispetto ai pendenti 2010, è pari al 14,50%, maggiore dell’1,2% della media nazionale (13,30%).

È probabile che risultati migliori di quelli ottenuti fossero possibili nell’anno trascorso e saranno possibili per l’avvenire se sarà assicurato e reso disponibile il potenziamento delle risorse umane.

È questa dell’arretrato, come rilevato negli anni precedenti, una crisi di sistema che arriva da lontano; si può dire che esso ha cominciato a formarsi sin dall’istituzione dei Tribunali amministrativi, stante lo squilibrio originario tra la consistenza notevole dei ricorsi in entrata e il numero esiguo dei magistrati ed impiegati ad essi addetti.

Tra i fattori, anche attuali, di ritardo nella definizione dei giudizi, oltre alla persistente insufficienza della dotazione organica di magistrati e del personale amministrativo, va ricordata la previsione legislativa di corsie preferenziali per alcuni tipi di controversie, la cosiddetta giustizia a due velocità.

Si tratta, certo, di materie delicate da definire celermente, come le aggiudicazioni di contratti a evidenza pubblica, l’esecuzione di opere pubbliche, le occupazioni ed espropriazioni di aree destinate a tali opere, ma la preferenza ad esse accordata comporta, inevitabilmente, un ulteriore rallentamento di altri giudizi, inaccettabile anche sul piano etico.

Altro fattore di ritardo è la richiesta di rinvio dell’udienza, anche se giustificata, presentata quando non è più possibile, per il rispetto dei termini, inserire nel ruolo un’altra causa. Se, poi, la richiesta di rinvio perviene il giorno stesso dell’udienza o nei giorni immediatamente precedenti, essa costituisce anche uno spreco delle energie dei componenti del collegio, che hanno già studiato la controversia, e in particolare del relatore che ne ha approfondito tutti gli aspetti.

E’, quindi, indispensabile, nell’interesse del buon funzionamento del Tribunale, segnalare con la massima urgenza alla segreteria eventuali ragioni di rinvio, per evitare che la macchina del processo amministrativo giri a vuoto.

Costituisce un ulteriore fattore di ritardo ed aggravio di lavoro la mancata notifica dei ricorsi a tutte le parti con la consequenziale necessità di assegnare un termine per l’integrazione del contraddittorio e, quindi, impossibilità di definire alcune cause già fissate per il merito.

Altro aggravio di lavoro e rallentamento delle strutture già in difficoltà deriva dalla presentazione di ricorsi per eccessiva durata del giudizio: essi, oltre a creare una catena di nuovo contenzioso presso altri organi giudiziari (Corti di Appello), assorbono energie del personale, impegnato nella ricerca dei fascicoli, nella fotocopiatura della documentazione e nella sua trasmissione all’Avvocatura dello Stato.

 

 

Parte 4^

 

 

Conclusioni

 

 

Ecco, ho fatto la mia esposizione restando aderente alla tradizionale impostazione della cerimonia inaugurale dell’anno giudiziario che si basa, appunto, su una responsabilizzata relazione.

In conclusione, dopo la carrellata sui problemi del Tribunale, sui nostri sforzi per ovviare parzialmente agli stessi, sulle cifre, possiamo dare una risposta all’interrogativo che ci siamo in precedenza posto e cioè se la Giustizia Amministrativa funziona in questa Regione.

La nostra risposta, spero confortata dal vostro giudizio positivo, è … si … “ancòra” e malgrado tutto.

“L’ancòra” sottolinea la rilevata precarietà della situazione, tuttavia noi siamo qui “in trincea” e continuamente ci mettiamo alla prova per superare, con perseveranza, le incertezze e le difficoltà, consapevoli che quando ci si stringe attorno a un obiettivo che si condivide, alla fine la si spunta sempre, con crescente soddisfazione.

La volontà di tutti noi e di voi avvocati è protesa a mantenere le posizioni ottimali conseguite e, se aiutati, a migliorare ulteriormente l’attività di questo Tribunale, con lo scopo di continuare a soddisfare adeguatamente la domanda di giustizia dei Cittadini.

Vi ringrazio per la vostra attenzione e dichiaro aperto l’anno giudiziario 2012.

Trieste, 23 febbraio 2012

 

TRIBUNALE AMMINISTRATIVO REGIONALE

 

 

per il FRIULI VENEZIA GIULIA

 

 

Prospetto riepilogativo dei provvedimenti emessi nell’anno 2011.

 

 

 

 

 

Ordinanze sospensiva

 

 

177

 

 

Ordinanze collegiali

 

 

66

 

 

TOTALE

 

243

 

 

 

Sentenze

 

 

330

 

 

Sentenze brevi

 

 

147

 

 

Decreti decisori

 

 

435

 

 

TOTALE

 

912

 

 

 

Tabella A

 

TRIBUNALE AMMINISTRATIVO REGIONALE

 

 

per il FRIULI VENEZIA GIULIA

 

 

Prospetto riepilogativo dell’ultimo triennio

 

 

 

 

 

 

2011

 

2010

 

2009

 

Ricorsi depositati

 

 

577

 

 

698

 

 

642

 

 

Ricorsi esaminati in fase cautelare

 

 

574

 

 

567

 

 

553

 

 

Ordinanze presidenziali emesse

 

 

0

 

 

2

 

 

2

 

 

Ordinanze di sospensiva emesse

 

 

177

 

 

205

 

 

128

 

 

Ordinanze collegiali

 

 

66

 

 

38

 

 

25

 

 

Sentenze brevi

 

 

147

 

 

 

 

Ricorsi esaminati nel merito

 

 

421

 

 

386

 

 

566

 

 

Sentenze e decreti decisori pubblicati

 

 

765

 

 

742

 

 

778

 

 

 

Tabella B

 

TRIBUNALE AMMINISTRATIVO REGIONALE

 

 

per il FRIULI – VENEZIA GIULIA

 

 

Prospetto riepilogativo delle decisioni per esito nell’ultimo triennio

 

 

 

 

 

2011

 

2010

 

2009

 

Interlocutorie

 

 

3

 

 

5

 

 

4

 

 

Difetto di giurisdizione

 

 

2

 

 

0

 

 

1

 

 

Irricevibilità

 

 

4

 

 

4

 

 

9

 

 

Inammissibilità

 

 

100

 

 

36

 

 

102

 

 

Cessata materia del contendere

 

 

7

 

 

5

 

 

9

 

 

Improcedibilità

 

 

78

 

 

78

 

 

101

 

 

Rinunzia

 

 

22

 

 

10

 

 

21

 

 

Perenzione

 

 

415

 

 

468

 

 

251

 

 

Interruzione

 

 

1

 

 

6

 

 

15

 

 

Estinzione

 

 

1

 

 

8

 

 

13

 

 

Sospende il giudizio con rinvio alla

 

 

Corte Costituzionale

 

 

41

 

 

0

 

 

0

 

 

Altre

 

 

36

 

 

12

 

 

13

 

 

Accoglimento

 

 

168

 

 

119

 

 

153

 

 

Rigetto

 

 

227

 

 

325

 

 

266

 

 

TOTALE DECISIONI

 

1105

 

1076

 

958

 

 

Tabella C

 

 

TRIBUNALE AMMINISTRATIVO REGIONALE

 

 

per il FRIULI VENEZIA GIULIA

 

 

 

Prospetto riepilogativo anno 2011

 

 

 

 

 

 

 

 

Pervenuti

 

577

 

Ricorsi definiti con sentenza

 

 

330

 

 

Ricorsi definiti con sentenza breve

 

 

147

 

 

Ricorsi definiti con decreto decisorio

 

 

435

 

 

Totale ricorsi definiti

 

912

 

Pendenti anno 2011

 

 

1.805

 

 

Percentuale di variazione dei ricorsi pendenti 2011 rispetto ai pendenti 2010

 

14,50%

 

Media nazionale dei ricorsi pendenti

 

 

13,30%

 

 

 

Tabella D

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Nota:

 

Il TAR per il Friuli Venezia Giulia risulta essere, nel recupero dei ricorsi pendenti, al di sopra della media nazionale: + 1,2%.